Logistica in Puglia: luci ed ombre dal rapporto Deliver di Unioncamere Puglia
Durante la pandemia la logistica ha garantito che gli ospedali non restassero senza farmaci, che i supermercati avessero gli scaffali pieni, i distributori non soffrissero di mancanza di carburante. Quindi, la logistica è ricchezza, ma è anche un servizio pubblico essenziale.
Ai problemi ma anche alle prospettive di sviluppo di questo settore economico strategico nell’economia pugliese, con più di novemila aziende e oltre 55mila dipendenti, Unioncamere Puglia ha dedicato un workshop, dal titolo “Deliver – Gli stati generali della logistica”, ospitato questa mattina dalla Camera di Commercio di Bari. Obiettivo dell’incontro è stato soprattutto quello di dar voce alle imprese, attraverso una vera e propria consultazione dal basso e quindi di illustrare i pareri di oltre cento aziende e professionisti sulle necessità logistiche e infrastrutturali della Puglia: strade, autostrade, porti, ferrovie, aeroporti e piattaforme intermodali. Queste proposte confluiranno in un Libro Bianco delle priorità logistiche regionali.
«Non è un tema nuovo ma è nuovo il metodo interattivo di analisi partecipata che abbiamo adottato», ha dichiarato nei saluti introduttivi Damiano Gelsomino, presidente di Unioncamere Puglia.
L’iniziativa, a valere sul Progetto Infrastrutture, Fondi Perequativi Unioncamere 2019-20, è stata organizzata da Unioncamere Puglia in collaborazione con Uniontrasporti, Ordini Ingegneri di Brindisi, Foggia e Lecce, ITS Logistica Puglia.
In Puglia la maggiore concentrazione di aziende di logistica è a Bari (37%), seguita da Foggia (19%), Lecce (13%), Taranto (12%), Brindisi (10%) e Bat (9%). Dal 2020 al 2021 le aziende sono aumentate. Erano 9.069, sono 9.106; gli addetti (fonte INPS) erano 51.752, sono 55.461.
Ad illustrare i dati in un vero e proprio quiz della logistica regionale, Cosmo Albertini, project manager di Unioncamere Puglia: «La specializzazione più diffusa è il trasporto via terra, con 6.704 aziende. A offrire più lavoro, mediamente, sono le micro imprese (6.916), seguite dalle piccole (846), dalle medie (131) e dalle grandi (22)».
La Puglia può contare su 10.500 km di rete stradale, 843 km di rete ferroviaria, tre porti (Bari, Taranto e Brindisi), tre aeroporti (Bari, Taranto e Brindisi) e un interporto regionale. «Una dotazione infrastrutturale discreta» secondo Antonello Fontanili, direttore di Uniontrasporti, «ma con troppe differenze tra territori e in particolare la zona di Lecce che è carente anche perché distante dagli asset principali. L’alta velocità Napoli-Bari consentirebbe di collegare meglio i due capoluoghi, ma occorre investire anche sulla retro-portualità del porto di Bari per permettere che le merci che arrivano in porto possano portare un valore aggiunto al territorio, attraverso la realizzazione di un distripark, ovvero di un polo logistico integrato, approfittando anche delle opportunità delle Zes che devono partire e che potranno portare nuovi investimenti e nuovi insediamenti sul territorio».
E dunque dove investire subito? Meglio potenziare autostrade o porti? «Nel complesso attraverso l’indagine Deliver», ha dichiarato Luigi Triggiani, segretario generale di Unioncamere Puglia, «le imprese chiedono di completare tutti gli interventi programmati nei tempi previsti, con un occhio di riguardo al potenziamento all’intermodalità. Nel dettaglio sono richieste diverse, in funzione dei diversi settori e dei diversi territori. Tutte le richieste emerse saranno oggetto di un nostro report che porteremo all’attenzione della Regione Puglia per la pianificazione degli interventi».
A portare il punto di vista dei territori sono stati Annalisa Formosi, Maria Rosaria Gabriella de Santis e Anna Maria Riccio, rispettivamente presidenti degli Ordini degli Ingegneri di Brindisi, Foggia e Lecce.
Circa il 30% del campione delle imprese ascoltate evidenzia una qualità insufficiente/molto carente della rete viaria regionale. Il giudizio diventa molto più severo se si guarda, invece, alla rete ferroviaria su cui oltre il 40% ha dato una valutazione insufficiente/molto carente. Ad essere più critiche sono le imprese di trasporto e logistica, che risentono maggiormente sull’organizzazione aziendale dei ritardi accumulati negli anni. «Ad esempio l’adeguamento della SS16 Adriatica è l’intervento considerato prioritario dal 47,1% delle imprese della manifattura e dal 68,5% del trasporto e logistica. Seguono il completamento del corridoio Jonico per la manifattura (35%) e l’ampliamento della SS172 dei Trulli per le imprese del trasporto e logistica (23,3%)» ha dichiarato Iolanda Conte, project Manager di Uniontraporti, che ha illustrato i risultati dell’indagine DELIVER sulle priorità logistiche secondo le aziende pugliesi.
Strategico anche l’aspetto della formazione alla logistica, perché negli ultimi anni le imprese manifatturiere si sono sempre più affidate a tecnologie per gestire da remoto impianti e macchinari. Occorrono strumenti e competenze. C’è una forte richiesta anche di professionalità specifiche.
«Come Istituto Tecnico Superiore della Logistica stiamo adeguando la nostra formazione ai fabbisogni e dunque sulla robotica, basata sull’intelligenza artificiale che consente alle imprese maggiori margini di autonomia cognitiva e di adattamento ai contesti e realtà aumentata, non intesa solo come laboratori all’interno delle imprese ma anche come assistenza e manutenzione. Stiamo anche portando avanti le nostre progettualità nell’ottica della logistica 4.0, ma anche in un’ottica di riduzione e abbattimento dei costi di gestione. E dunque movimentazione delle merci. La tracciabilità e l’analisi dei dati consente un rilevante abbattimento dei costi, l’analisi delle performance in tempo reale» ha dichiarato Silvio Busico, presidente ITS Logistica Puglia.
In conclusione il question time, in cui le aziende hanno rivolto le loro domande agli esperti.
Gli allegati degli interventi.
Il video integrale dell’incontro qui.